Viaggiare per me è stato un mezzo prezioso per raggiungere obiettivi, avere delle risposte e trovare ciò che sempre ho cercato…
Mi stavo godendo un momento da Pratima a New York nel 2012 e ricordo come ieri un flash molto bello, una sorta di fulmine o intuizione che non era altro che il preludio…
Avevo immaginato colori, donne con bellissimi capi coloratissimi in un villaggio, dei bambini sorridenti tutti in perfetta armonia. Uno potrebbe pensare ma cosa c’entra questo con la moda? Sognavo una moda etica, una moda che potesse essere un contributo per chi era meno fortunato di me…
Qualche hanno più tardi, era l’agosto 2016 mi trovavo in India a conoscere colui che mi avrebbe dato la possibilità di realizzare una collezione diversa dalle altre, con l’utilizzo di una seta non violenta, ahimsa. Non tutti conoscono il processo di produzione della seta, vi è infatti un vero e proprio sfruttamento dell’animale dall’inzio alla fine…
Il povero bruco una volta finito il suo lavoro di produrre il bozzolo ancora nel suo nido veniva preso e brutalmente gettato nell’acqua bollente, perchè il pregio della seta era proprio il fatto che il filo non fosse spezzato… La seta vegana o ahimsa si basa invece sul concetto etico di libertà della farfallina che alla fine del processo di produzione rompe spontaneamente il bozzolo ed è libera di riprodursi . e morire nel modo più naturale.
Perchè uccidere un essere vivente se non è necessario?
Il tempo trascorso in India mi ha sicuramente resa più sensibile e riflessiva riguardo certi temi.
La mia prima collezione Ahimsa prende il nome di Metamorfosi, lo stesso processo interiore che vive anche l’uomo lungo la propria vita, prima di comprendere la propria identità se mai la comprenderà ed essere quindi libero e seguire la sua natura, i suoi sogni e le sue passioni…